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A differenza del mese di aprile, quando in occasione di Eintracht-Werder Brema ero atterrato nel modernissimo aeroporto internazionale sito a pochissimi kilometri dal centro di Francoforte, questa volta per questioni economiche la scelta ricade sull'aeroporto di Hahn, situato a più di 100 kilometri dalla capitale finanziaria tedesca e ad un tiro di schioppo dalla Francia. Questo piccolo aeroporto si trova in mezzo al nulla più totale (non vi è la ferrovia nell'arco di decine di kilometri), non hanno nemmeno gli autobus per accompagnare i viaggiatori dall'aeromobile ai terminal e cosi i primi tre minuti dopo l'atterraggio in Germania li passo sotto la pioggia che stava copiosamente scendendo dal cielo grigio-nero. Pur essendo in arrivo da Bergamo, quindi dall'area Schengen, non solo mi viene chiesto il passaporto, ma mi viene anche fotografato, cosa che mi era successa soltanto un'altra volta (a Katowice), ma mentre in quel caso era un'idea della polizia italiana, a sto giro sono state le guardie locali ad occuparsene. Esco fuori dall'aeroporto e scopro che l'unico pullman per Francoforte (o Mainz) parte un'ora e mezza più tardi: per fortuna hanno la birra che costa quanto l'acqua, tra l'altro la Beck's ha ideato un'edizione speciale di etichette per le varie nazionali partecipanti e senza spostarle mi capita di fronte quella dell'Ungheria.

Dopo un viaggio che dura più della tratta da San benigno a Orio al Serio sommata a quella tra Orio e Hahn, arrivo finalmente a Francoforte; tempo di lasciare giù lo zaino e fare una doccia, vado a fare un giro nella fanzone, tanto bella quanto triste: lungo il Meno mi imbatto in videogiochi, gadget di ogni tipo, tutte le multinazionali del mondo che sono sponsor del torneo e volto peggiore del calcio moderno.

Dopo una cena a base di Schnitzel e kartoffeln dai sempre cordialissimi (sic!) ristoratori tedeschi, faccio una passeggiata tra le vie del centro città, in cui ovviamente bivaccano tifosi provenienti dai Paesi più diversi, caratterizzati da abbigliamenti e look più disparati, come descriverò a breve, ma tutti accomunati dalla grande sete. Tempo di un altro giro alla fanzone (dopo il tramonto è molto pittoresca devo ammetterlo), vado a riposare vista la sveglia che all'indomani sarebbe suonata presto. Pur avendo possibilità risicatissime, per non dire nulle, di riuscire ad entrare alla Mercedes-Benz Arena per Germania-Ungheria, non potevo farmi sfuggire l'occasione di vivere il pre-partita a Stoccarda con i miei amici ungheresi!

Parto da loro per descrivere le tifoserie nelle quali mi sono imbattuto.

 

I magiari sono ciò che una tifoseria dovrebbe essere: ultras con la maglietta del gruppo, tifosi con la maglia da gioco, tutti compatti, tutti a cantare dietro un unico grande striscione sia per strada che allo stadio dietro la porta. Prima ancora del pre-partita incontriamo in un parcheggio dei ragazzi (e delle ragazze) della Carpathian Brigade, che stanno preparando la coreografia e raccogliendo soldi per essa vendendo delle bellissime magliette; in più hanno anche dei grossi tamburi con i colori della bandiera ungherese: tutto ciò mi riporta ai pre partita più belli vissuti in vita mia, quelli in Argentina! ESEMPLARI

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Se gli ungheresi sono senza dubbio la tifoseria più calda che ho incontrato, ma con un'organizzazione quasi militaresca, gli scozzesi sono sicuramente non solo i più numerosi in terra tedesca, ma anche i più colorati e caratteristici: sono ovunque, si parla di circa 200mila scozzesi in Germania, arrivati in ogni modo, qualcuno anche a piedi, quasi tutti con il kilt e la maglia da gioco, a volte suonano la cornamusa, tutti a bere senza mai essere invadenti o molesti, anzi! Ho incontrato diversi nuclei famigliari, ragazzi con moglie e figli anche senza biglietto, per loro essere al seguito della loro nazionale è una festa, e posso dire che loro sono la festa! PREMIO SIMPATIA

Nulla di nuovo per quanto riguarda l'altra nazionale del Regno Unito: sono tantissimi i tifosi inglesi in ogni città e in ogni via, spesso con la maglia da gioco bianca (in alcuni casi però indossano anche quelle delle squadre di club), spesso casual, sono sempre con la birra in mano, dopo la terza o quarta non rispondono piu delle proprie azioni. Anche a sto giro hanno beccato i 50 giusti che li hanno fatti correre e che li hanno depredati di parecchio materiale (nel 2016 furono i russi, nel 2024 è toccato ai serbi). FORREST GUMP

​La tifoseria che mi ha stupito di più, e non in positivo, è quella di casa. Per quanto abbia sempre provato avversione nei loro confronti, anche solo sentirli parlare mi provoca l'orticaria, li ho sempre ammirati, erano una macchina da guerra, temibili perché numerosi, compatti, con la bellissima maglia bianca con i bordini neri e aquila. Invece quello che ho visto in questa edizione è una tifoseria per metà di tedeschi 2.0, che tifano il Mannschaft (forse) solo se non gioca contro la Turchia, e l'altra metà che va in giro con oscene magliette rosa e bandiere arcobaleno. C'ERA UNA VOLTA LA GERMANIA

Metto insieme Spagna e Italia in quanto così come ci accomunano gli aspetti positivi, anche nel modo (pessimo) di fare il tifo ci assomigliamo: alla Veltins Arena di Gelsenkirchen in occasione di Italia-Spagna ho visto un livello di tifo così basso che peggio di così si può solo scavare. Gente con la maglia di club, gente che vive in America e non parla una parola di italiano/spagnolo, gente con i cappelli così improbabili che andrebbero bene (forse) giusto per un addio al celibato. QUESTA NON È IBIZA

Per le foto e il racconto di Italia-Spagna cliccare il riquadro sottostante oppure la foto.

Pur non facendo io parte degli Ultras Italia, ci tengo a manifestare la mia solidarietà ai ragazzi fermati e trattenuti molte ore in occasione della partita contro l'Albania senza alcuna ragione (i giornalisti come spesso succede hanno riportato notizie non corrette, più o meno volutamente). Si tratta di un gruppo piccolo rispetto a quelli che seguono altre nazionali, ma onore a loro che ci provano e vanno avanti tra mille avversità!

Grazie a Ezio per l'ospitalità a Francoforte e l'abbonamento per i treni tedeschi, fratello di cognome e di fatto. Grazie a Patrik e Zoltan per il biglietto di Italia-Spagna a prezzo di costo e per il pre-partita a Stoccarda, e grazie a Fricchio e ai ragazzi spagnoli per la stanza a Gelsenkirchen: l'amicizia è sulla bocca di molti ma nel cuore di pochi

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